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ottobre 2019 – GILDA degli Insegnanti

Archivi Mensili: ottobre 2019

ISTITUTI PROFESSIONALI, GILDA: DOCENTI COSTRETTI A LAVORO GRATUITO

scartoffieIl nuovo assetto organizzativo e didattico degli istituti superiori professionali individua ulteriori incarichi per i docenti tutor senza prevedere per queste figure alcuna formazione e caricando su di loro lavoro aggiuntivo non retribuito.

La Gilda degli Insegnanti dice no all’ennesima riforma in ambito scolastico improntata all’improvvisazione, che svilisce la professionalità dei docenti, all’aumento della burocratizzazione e dei carichi di lavoro.

“Dopo un iter legislativo lungo e spesso confuso – spiega la Gilda – negli istituti superiori a indirizzo professionale è stato introdotto il PFI, ovvero il Progetto Formativo Individuale, che si aggiunge ai PEI e a i PDP, strumenti già numerosi nella realtà di questi istituti. La revisione dei percorsi di istruzione professionale prevede, inoltre, la ridefinizione dei quadri orari, in un’ottica che predilige maggiormente le attività di laboratorio, e la didattica per competenze scandita in Unità di Apprendimento (UdA).


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SANZIONI DISCIPLINARI, DI MEGLIO: TROPPI ABUSI, MODIFICARE IL SISTEMA

bernardo_guy “I casi di abuso di sanzioni disciplinari contro i docenti sono sempre più numerosi, a dimostrazione del fatto che il diritto ad un giudice terzo, nel procedimento, non è evidentemente garantito.

È urgente modificare il sistema, anche perché non è possibile che per rimediare agli errori commessi dai dirigenti scolastici i docenti siano costretti a ricorrere in tribunale e a sobbarcarsi spese legali spesso insostenibili a causa dei loro magri stipendi”.

Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, interviene sul caso della maestra del Pavese sospesa per un giorno dal servizio perché ‘colpevole’ di aver denunciato alle forze dell’ordine i maltrattamenti subiti a casa da una sua alunna.

“Purtroppo non si tratta del primo episodio del genere” sottolinea Di Meglio ricordando la vicenda di Giuseppe Falsone, professore in un istituto superiore della provincia di Treviso, sospeso dalla dirigente scolastica per aver denunciato il padre di uno studente che lo aveva aggredito.

“Insegnare non può essere un lavoro di trincea, il docente deve entrare in classe con la serenità di chi sa di essere tutelato nell’esercizio della sua funzione.

Perciò la Gilda propone l’istituzione del Consiglio superiore della docenza: un organismo che, analogamente a quanto avviene con il Consiglio Superiore della Magistratura, garantisca che le sanzioni disciplinari non siano utilizzate come armi improprie”.

 

Roma, 28 ottobre 2019


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GIORNATA NAZIONALE DEL DOCENTE: DOMANI ASSEMBLEE IN TUTTA ITALIA

Assemblee provinciali in contemporanea in tutte le scuole d’Italia per per presentare le proposte tese alla valorizzazione della professione docente. È l’iniziativa indetta dalla Gilda degli Insegnanti per il 23 ottobre in occasione della Giornata Nazionale del Docente promossa dal sindacato.

Con lo slogan “Basta burocrazia! Ridateci il tempo per studiare e il piacere di insegnare!”, la Gilda degli Insegnanti raccoglie il grande disagio dei docenti italiani, sempre più spesso vessati da burocrazia, dirigenti e famiglie e rimasti soli a difendere il valore istituzionale del sistema scolastico.

Mantenendo accesi i riflettori sulle loro condizioni di lavoro ogni giorno più difficili, domani nel corso delle assemblee si discuterà con gli insegnanti delle misure avanzate dalla Gilda per rivendicare uno status professionale e giuridico degno del loro ruolo: area contrattuale separata; consiglio superiore della docenza; preside elettivo e garanzie disciplinari.

La Giornata Nazionale del Docente proclamata dalla Gilda sarà anche l’occasione per rilanciare le rivendicazioni economiche e normative per il rinnovo del contratto nazionale.

Roma, 22 ottobre 2019


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FORMAZIONE E ABILITAZIONE: PROSEGUE IL CONFRONTO SUL DISEGNO DI LEGGE

Prosegue il confronto tra sindacati e Miur sull’intesa siglata il 1 ottobre scorso: questa mattina si è riunito il tavolo tecnico per discutere le procedure per conseguire l’abilitazione all’insegnamento.

Si è trattato di un incontro interlocutorio nel quale l’Amministrazione e le Organizzazioni sindacali hanno predisposto un calendario e individuato le principali problematiche connesse ai percorsi di formazione e abilitazione.

Il confronto continuerà nei prossimi giorni con l’obiettivo di definire nel dettaglio gli iter che gli aspiranti docenti dovranno seguire per ottenere l’abilitazione.

 

Roma, 22 ottobre 2019


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CHIAMATA DIRETTA, DI MEGLIO: PARLAMENTO ACCELERI ABROGAZIONE

 chiamata-diretta11-e1467524009636“A distanza di un anno e mezzo dall’insediamento del Parlamento, costituito da una larga maggioranza di movimenti e partiti che si erano impegnati per la cancellazione di alcune parti della legge 107/2015, purtroppo dobbiamo constatare che di quelle promesse si è realizzato ben poco a livello legislativo”.

A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che sottolinea come “perfino il disegno di legge per l’abrogazione della chiamata diretta, faticosamente licenziato dal Senato, non sia stato ancora neppure calendarizzato tra i provvedimenti all’esame della Commissione Istruzione della Camera”.

“Siamo riusciti a ottenere un parziale successo con il contratto sulla mobilità, che ha vanificato la chiamata diretta, ma resta il fatto – precisa il coordinatore nazionale della Gilda – che il mancato intervento legislativo crea una situazione di incertezza del diritto.
Ci auguriamo, dunque, che si giunga in tempi accettabili a risultati concreti”.

Roma, 16 ottobre 2019


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Indagine Gilda-SWG: storia importante per studenti e docenti

Di Meglio e FioramontiÈ quanto emerge dall´indagine SWG sull´insegnamento della Storia, presentata oggi nel convegno per la Giornata Mondiale dell´Insegnante

 

 

Utile, interessante e importante: nonostante il ruolo sempre più marginale in cui si trova relegata, è così che la Storia viene considerata dai docenti e dagli studenti italiani. È quanto emerge dall´indagine sull’insegnamento della Storia, realizzata dalla Swg per la Gilda degli Insegnanti e presentata oggi nell’ambito del convegno nazionale “Quale futuro senza la storia? promosso per la Giornata Mondiale dell´Insegnante.”
La ricerca è stata condotta su due distinti campioni composti da 300 insegnanti di tutti i gradi di istruzione e 100 studenti delle scuole secondarie di secondo grado, intervistati online e face-to-face.
L’utilità della Storia
Per il 64% degli insegnanti, la Storia è utile ad acquisire gli strumenti per interpretare meglio il presente, per il 18% a non ripetere gli errori del passato e per il 16% ad ampliare lo sguardo verso il futuro e a prevederlo meglio.
Sul fronte degli studenti, invece, il 38% ritiene che la Storia serva a non ripetere gli errori del passato mentre per il 30% è utile a interpretare meglio il presente e per il 29% ad ampliare lo sguardo sul futuro e a prevederlo meglio.
La Storia a scuola
Per il 55% dei docenti lo scopo dell’insegnamento della Storia a scuola è formare le nuove generazioni mentre per il 42% consiste nell’educare i giovani alla cittadinanza.
Imparare le date a memoria
Sull’importanza di imparare le date a memoria nello studio della Storia, la grande maggioranza dei docenti intervistati, pari all’87%, ritiene che sia utile per collocare gli eventi nel tempo e nel contesto sociale. Per il rimanente campione è indispensabile (5%) e non serve (8%).
La questione vista dagli studenti: conoscere a memoria le date degli eventi storici è utile per collocarli nel tempo e nel contesto sociale secondo il 63%, è indispensabile per il 17% e il 20% lo considera inutile.
L’opportunità della Storia locale
I docenti che giudicano opportuna l’introduzione nei programmi scolastici dell’insegnamento della Storia locale rappresentano l’89%, di cui l’85% ritiene che deve essere comunque collocata nel contesto della Storia nazionale e mondiale e il 4% secondo cui, invece, deve avere un ruolo preponderante. Lo schieramento del “no” costituisce l’11%: “perché distoglie dallo studio dei contesti nazionali ed internazionali” secondo il 5% e “perché le ore sono insufficienti” per il 6%.
A dichiararsi favorevoli all’introduzione della Storia locale è l’80% degli studenti: per il 63% la risposta è “sì, ma collocandola nel contesto della Storia nazionale e mondiale”, mentre il 17% ritiene che debba rivestire un ruolo preponderante. Il 20% secondo cui, invece, non è opportuno introdurre la Storia locale si compone di un 14% per il quale distoglie dallo studio dei contesti nazionali e internazionali e di un 6% che motiva la propria contrarietà con l’insufficienza delle ore a disposizione.
Bastano 2 ore la settimana?
Uno scarto di 7 punti percentuali separa il 52% dei docenti secondo i quali per imparare la Storia servono più delle due ore settimanali previste attualmente dai programmi scolastici dal 45% di quelli che ritengono siano sufficienti.
Tra gli studenti prevale l’opinione per cui due ore di Storia a settimana sono sufficienti: 58%; per il 31% ne servono di più, l’8% sostiene che sono troppe e che basterebbe una sola ora e il residuale 3% è del parere che bisognerebbe abolire del tutto la materia.
La trasversalità della disciplina
Secondo l’88% degli insegnanti lo studio della Storia è trasversale alle altre discipline scolastiche e a pensarla così sono per il 92% i docenti con oltre 20 anni di anzianità. Il 12% del campione intervistato, invece, ritiene che la dimensione storica non sia comune a tutte le discipline.
Per quanto riguarda gli studenti, il 71% considera lo studio della Storia trasversale alle altre materie (88% nel Nord Italia e 80% tra chi ha voti alti in Storia) contro il 29% secondo cui la dimensione storica non è comune a tutte le discipline (50% nel Mezzogiorno e 47% tra chi nutre uno scarso interesse per la materia).
“L’esito del sondaggio  commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – è molto confortante perché esprime a chiare lettere l’apprezzamento non solo dei docenti, ma anche degli studenti, verso la disciplina. Un dato che va in direzione diametralmente opposta rispetto a quella della politica, che ha ridotto e marginalizzato l’insegnamento della Storia”
Roma, 4 ottobre 2019
Ufficio stampa Gilda Insegnanti

Utile, interessante e importante: nonostante il ruolo sempre più marginale in cui si trova relegata, è così che la Storia viene considerata dai docenti e dagli studenti italiani.

È quanto emerge dall´indagine sull’insegnamento della Storia, realizzata dalla Swg per la Gilda degli Insegnanti e presentata oggi nell’ambito del convegno nazionale “Quale futuro senza la storia? promosso per la Giornata Mondiale dell´Insegnante.”

La ricerca è stata condotta su due distinti campioni composti da 300 insegnanti di tutti i gradi di istruzione e 100 studenti delle scuole secondarie di secondo grado, intervistati online e face-to-face.


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Quale futuro senza la storia? Roma, 4 Ottobre 2019, Giornata mondiale dell´Insegnante. Convegno nazionale


locandina giorata dell'insegnante 2019Negli ultimi 20 anni la scuola ha subito una serie di riforme, tutte orfane di un significativo “asse culturale”.
Questo ha impedito la piena realizzazione del mandato costituzionale di formare il cittadino del futuro attraverso la trasmissione dell´eredità culturale del passato.

Da questa constatazione nasce l´esigenza di un sistema di istruzione organizzato intorno all´asse culturale della disciplina storica, perché solo nella dimensione scolastica è possibile acquisire le conoscenze necessarie ad esercitare il pensiero critico che nasce dal confronto con il passato.

Nel convegno nazionale, promosso per la Giornata mondiale dell´insegnante istituita dall´UNESCO, l´Associazione Docenti Art. 33 e la Gilda degli Insegnanti rifletteranno sulla necessità di educare al pensiero critico le nuove generazioni.


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