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aprile 2021 – GILDA degli Insegnanti

Archivi Mensili: aprile 2021

Scuole aperte in estate, il 70% degli italiani è favorevole

Un’indagine dell’Istituto Demopolis ha voluto capire come verrebbe accolta un’eventuale apertura delle scuole durante il periodo estivo. Solo i docenti sono contrari

L’estate è vista da tutti gli studenti come la stagione dedicata alle vacanze e al relax. Tradizionalmente, a giugno si conclude l’anno scolastico; solo chi deve recuperare i debiti formativi ha l’obbligo di rientrare in classe prima della campanella di settembre. Ma la pandemia ha rovesciato ogni certezza, anche all’interno del mondo scuola. Il ministro dell’Istruzione – Patrizio Bianchi – sta preparando un piano che prevede aperture scolastiche anche durante i mesi più caldi. Nulla è già deciso ma, nel frattempo, c’è qualcuno che vedrebbe di buon occhio uno scenario del genere: le famiglie e, in generale, gli adulti; con qualche eccezione di non poco conto. Come sottolinea un passaggio di una ricerca condotta dall’Istituto Demopolis per l’impresa sociale ‘Con i Bambini’, sintetizzata da Skuola.net.

A scuola per tornare alla vita normale

I dati sono abbastanza eloquenti per capire quanto bisogno ci sia, tra alcune categorie, della presenza dell’istituzione scolastica: tra i soggetti intervistati nel corso dell’indagine, ben 7 su 10 si sono detti d’accordo con l’ipotesi di tenere aperti gli istituti oltre la fine ufficiale dell’anno scolastico. Non tanto per motivi didattici, quanto per dare a bambini e ragazzi la possibilità di riallacciare un contatto diretto con il territorio e la comunità, di tornare a socializzare, di riprendere confidenza con le attività extra-scolastiche. Tutti passaggi bruscamente interrotti con l’avvio dell’emergenza sanitaria e, tranne brevi periodi, mai tornati realmente a far parte della loro quotidianità. 

Il piano del Ministero?

Non si tratterebbe, dunque, di scuola vera e propria; nessun recupero degli apprendimenti o dei voti; niente prolungamento del calendario. Piuttosto, come confermato anche dal sottosegretario all’Istruzione – Rossano Sasso – si tratterebbe di una finestra utile alle comunità scolastiche per imbastire un piano di attività educative, da svolgere da giugno a settembre, che vadano a risanare e rinsaldare ciò che è andato perduto nel corso dell’anno scolastico: accoglienza, socializzazione e aspetti ricreativi. Alcuni esempi di ciò che potrebbe essere previsto? Attività di laboratorio, musicali, teatrali, sportive, di (ri)scoperta di musei e opere d’arte. Un progetto ambizioso che è ancora in fase di costruzione da parte del Ministero e che andrà concordato con Regioni e Comuni, in base alle esigenze dei vari territori. Con la partecipazione da parte di insegnanti e studenti che, in ogni caso, avverrebbe su base volontaria.

Gli insegnanti non sono convinti

Tornando ai risultati del sondaggio, ad alzare la media dei ‘voti’ a favore della proposta ministeriale è soprattutto chi fa parte del Terzo Settore (associazioni di volontariato, imprese sociali, ecc.), dove si arriva all’81% dei consensi. I più scettici, invece, appaiono proprio i docenti: qui i favorevoli sono solo il 45% del campione. Tra i genitori, è il 60% ad accogliere positivamente l’idea di accompagnare i figli verso un’estate diversa, ma costruttiva.  La possibilità di aprire le scuole in estate complessivamente raccoglie più successo nelle regioni settentrionali (ad approvare l’idea è il 75% del totale). Mentre al Sud la percentuale, pur rimanendo alta, si abbassa di qualche punto, fermandosi al 61%.

Attività estive: ma gli studenti parteciperebbero?

E se a rispondere fossero stati gli studenti, ovvero gli stessi che dovrebbero prendere parte alle attività estive? Con molto probabilità gli esiti sarebbero ben diversi. Rimane, poi, da capire come verranno pianificate nel concreto le attività e quanti insegnanti e studenti accetterebbero di parteciparvi, soprattutto nei mesi di luglio e agosto. Specie se – altra ipotesi fatta in questi convulsi mesi – l’inizio del nuovo anno scolastico venisse pianificato già nei primissimi giorni di settembre. 

https://www.tgcom24.mediaset.it/skuola/scuole-aperte-in-estate-il-70-degli-italiani-e-favorevole_30982992-202102k.shtml

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Reclutamento, rientro a scuola e contratto: per Di Meglio situazione preoccupante [INTERVISTA VIDEO]

Nel corso dell’intervista che ci ha rilasciato il Coordinatore nazionale di Gilda degli Insegnanti abbiamo passato in rassegna i principali problemi che la scuola sta affrontando in questa fase, a partire dalle difficoltà che potrebbero esserci all’inizio del prossimo anno scolastico.Come si riuscirà a coprire le 200mila (e forse più) cattedre vacanti?Ma si parla anche […]

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Covid: protocolli di sicurezza invariati se non interviene il CTS

coronavirusDi Meglio: “Incontro con il Ministero del tutto inconcludente, invariata la situazione sul fronte sicurezza”

 

“Una riunione del tutto inconcludente, che lascia invariata la situazione sul fronte sicurezza e non accoglie le nostre istanze”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta l’incontro che si è svolto questa mattina tra sindacati e Ministero dell’Istruzione, e convocato ieri in serata con pochissimo preavviso, in merito ai protocolli di sicurezza per la ripresa delle lezioni in presenza al cento per cento e per gli esami di Stato.
“L’Amministrazione – spiega il coordinatore nazionale – ci ha riferito che, in mancanza di una richiesta di modifica da parte del Comitato Tecnico Scientifico, resteranno in vigore i protocolli dell’anno scorso, ovvero gli stessi, va sottolineato, che non sono stati applicati perché i relativi tavoli previsti non sono mai stati convocati. Non c’è alcuna traccia dei tamponi salivari, il tracciamento dei contagi è un miraggio e ben poco è stato fatto per quanto riguarda aule e organico. Appare evidente, dunque, che la riapertura delle scuole rappresenta una scelta politica assunta dal governo senza il supporto di evidenze scientifiche né di interventi mirati a risolvere le questioni più stringenti per garantire la tutela della sicurezza e della salute. A ciò si aggiunge il ritmo troppo lento a cui sta procedendo la campagna vaccinale. A questo punto – conclude Di Meglio – non ci resta che confidare nel meteo, con l’aumento delle temperature che, come noto, provoca una frenata dei contagi”.
Roma, 19 aprile 2021
UFFICIO STAMPA GILDA INSEGNANTI

“Una riunione del tutto inconcludente, che lascia invariata la situazione sul fronte sicurezza e non accoglie le nostre istanze”.

Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta l’incontro che si è svolto questa mattina tra sindacati e Ministero dell’Istruzione, e convocato ieri in serata con pochissimo preavviso, in merito ai protocolli di sicurezza per la ripresa delle lezioni in presenza al cento per cento e per gli esami di Stato. 
“L’Amministrazione – spiega il coordinatore nazionale – ci ha riferito che, in mancanza di una richiesta di modifica da parte del Comitato Tecnico Scientifico, resteranno in vigore i protocolli dell’anno scorso, ovvero gli stessi, va sottolineato, che non sono stati applicati perché i relativi tavoli previsti non sono mai stati convocati.

Non c’è alcuna traccia dei tamponi salivari, il tracciamento dei contagi è un miraggio e ben poco è stato fatto per quanto riguarda aule e organico.

Appare evidente, dunque, che la riapertura delle scuole rappresenta una scelta politica assunta dal governo senza il supporto di evidenze scientifiche né di interventi mirati a risolvere le questioni più stringenti per garantire la tutela della sicurezza e della salute. A ciò si aggiunge il ritmo troppo lento a cui sta procedendo la campagna vaccinale.

A questo punto – conclude Di Meglio – non ci resta che confidare nel meteo, con l’aumento delle temperature che, come noto, provoca una frenata dei contagi”. 

Roma, 19 aprile 2021

UFFICIO STAMPA GILDA INSEGNANTI

 


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Ministero dell’Istruzione e Rai Cultura insieme verso gli Esami di Stato. Le “lezioni” di Rai Scuola, Rai3, Rai Storia e del web per la #Maturità2021

L’Esame di Stato del secondo ciclo, la Maturità 2021, con tutte le sue novità: dall’elaborato, che sarà assegnato a ciascuna ragazza e ciascun ragazzo entro fine aprile, alle modalità di svolgimento del colloquio, al Curriculum dello Studente. Sarà questo il tema al centro del nuovo appuntamento “La Scuola in Tivù – Percorsi di Maturità”, in onda su Rai Scuola, dal 19 al 29 aprile, dal lunedì al giovedì, con due puntate quotidiane, dalle 15.30 alle 16.30, in replica dalle 19.30 alle 20.30. Tutti i contenuti resteranno poi sempre a disposizione della comunità scolastica sul portale di Rai Scuola (https://www.raiscuola.rai.it/) e su Rai Play (https://www.raiplay.it/).

Protagonisti degli approfondimenti che andranno in onda nei prossimi giorni saranno esperti individuati dal Ministero dell’Istruzione che illustreranno, puntata dopo puntata, cosa è e come si struttura l’elaborato (anche con esempi relativi ai diversi percorsi scolastici), come si articola il colloquio, come si compone e si compila il Curriculum dello Studente. Non mancheranno, poi, momenti specifici di approfondimento sull’analisi del testo, sui Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO) e sull’insegnamento dell’Educazione civica.

Sarà dedicata agli Esami di Stato 2021 anche la programmazione del venerdì di #maestri, in onda dal 7 maggio al 25 giugno – alle 15.30 su Rai3 e alle 17.40 su Rai Storia – sempre in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. Al centro della conversazione principale di ogni puntata, condotta da Edoardo Camurri, ci saranno le studentesse e gli studenti che racconteranno, in collegamento da casa, gli argomenti dei loro elaborati, per farli diventare oggetto di ragionamento insieme a una “maestra” o un “maestro” in studio.

L’offerta di Rai Cultura per la #Maturità2021 sarà completata da un percorso online sul portale di Rai Scuola (www.raiscuola.rai.it/percorsi/maturita) dove sarà possibile trovare tutti i materiali dedicati all’Esame. “Maturità. Lezioni e approfondimenti per l’Esame di Stato”, in particolare, è il percorso didattico costruito con lezioni tenute da insegnanti, docenti universitari, accademici e divulgatori per tutte le studentesse e gli studenti che stanno per affrontare questa prova. Con l’ausilio di programmi televisivi dedicati e approfondimenti divisi per discipline, su www.raiscuola.rai.it, i maturandi e i loro docenti potranno trovare materiale audiovisivo sui protagonisti della Letteratura italiana e straniera, sulla Storia dell’arte, la Storia contemporanea, le Lingue classiche, le Lingue straniere, la Filosofia e il Debate, le Scienze sociali, l’Economia e il Diritto, la Musica e la Danza e una serie di lezioni interdisciplinari. Per le materie scientifiche ci saranno: Matematica, Fisica, Biologia e Biotecnologie, Scienze della terra, Chimica e uno speciale sui profili de “I giganti della Scienza”. Una sezione sarà dedicata all’Educazione civica.

<a href="https://www.tecnicadellascuola.it/bianchi-contro-chi-dice-che-in-germania-la-scuola-a">https://www.tecnicadellascuola.it/bianchi-contro-chi-dice-che-in-germania-la-scuola-a</a>

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I sindacati della Sicilia preoccupati per il ritorno in presenza

In una nota congiunta i segretari regionali della Flc Cgil, Adriano Rizza, Cisl Scuola, Francesca Bellia, Uil Scuola, Claudio Parasporo, Snals-Confsal, Michele Romeo e Fgu Gilda Unams, Loredana Lo Re, a margine della task force regionale che si è tenuta ieri, esprimono “forti preoccupazioni sulla possibilità di ritornare alla didattica in presenza oltre il 50% nelle scuole […]

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PER LA SCUOLA L’ORCHESTRA È CAMBIATA MA LA MUSICA È SEMPRE LA STESSA

Schermata-2019-03-12-alle-10.14.35-1“L’orchestra è cambiata ma la musica è rimasta la stessa: le classi pollaio continueranno ad affliggere la scuola italiana, inficiando la sicurezza di alunni e insegnanti e la qualità della didattica. La pandemia poteva essere un’occasione per iniziare a sanare le gravi falle del nostro sistema scolastico e per riconoscere finalmente alla scuola, anche con i fatti, la sua importanza strategica per tutto il Paese. E invece contiamo soltanto parole e omissioni ma nessuna opera”.

 

Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta i provvedimenti sugli organici dei docenti per il prossimo anno scolastico che lasciano invariati tutti i limiti agli sdoppiamenti delle classi senza prevedere alcuna deroga al numero degli alunni per classe.

“Con ogni probabilità, se avverrà in presenza, a settembre assisteremo a un rientro a scuola ancora con classi di 27 alunni nella primaria e 31 nella secondaria, stipati in aule che già in condizioni normali non garantirebbero sempre la sicurezza, figurarsi nel contesto pandemico attuale.

 

Evidentemente, il futuro che il governo immagina per la scuola italiana non pone realmente al centro l’imprescindibilità del contatto diretto tra docenti e discenti, pur sottolineata da più parti, perché se davvero fosse così, si sarebbe intervenuti seriamente su tutte le misure necessarie per garantire un ritorno sui banchi in sicurezza, compreso un doveroso ampliamento degli organici”.

 

Al mancato investimento sugli organici fa eco il fenomeno drammatico del precariato che rischia seriamente di minare il regolare inizio del prossimo anno scolastico. Ai 213mila docenti precari vanno aggiunti anche i pensionamenti che, secondo le cifre ancora parziali a disposizione, finora ammontano a circa 28mila. Numeri che potrebbero far schizzare a quota 250mila l’esercito di precari.

  

Roma, 23 aprile 2021


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Trasparenza della pubblica amministrazione vittima degli apparati burocratici

Di Meglio commenta la nota ministeriale secondo cui le scuole sono tenute a fornire soltanto dati numerici o aggregati sui compensi per le attività realizzate con il Fis
“In barba al principio di trasparenza, in Italia la pubblica amministrazione diventa sempre più opaca”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta la nota ministeriale firmata ieri dal capo di dipartimento, Stefano Versari, che, in seguito al parere fornito dal Garante per la protezione dei dati personali, stabilisce che le scuole non devono fornire ai sindacati i nominativi e i compensi dei docenti impegnati nelle attività realizzate con il fondo di istituto. Secondo le disposizioni di viale Trastevere, dunque, i dirigenti scolastici sono tenuti a fornire soltanto dati numerici o aggregati relativi al personale che ha percepito compensi attinti dal Fis.
“Nel 1990, grazie alla legge 241 del 7 agosto, – afferma Di Meglio – l’Italia fece un grande passo avanti sul fronte della trasparenza e dell’accesso agli atti amministrativi, stabilendo il principio per cui tutti i fondi erogati dalla pubblica amministrazione devono essere resi noti. Nel corso degli anni, la grande resistenza degli apparati burocratici ha teso sempre a vanificare gli effetti di questa legge. L’ultimo tra gli interventi in tal senso porta la firma del Garante della privacy, un’autorità amministrativa che decide di far prevalere il diritto alla privacy su quello alla trasparenza. E così, paradossalmente, da una parte c’è una legge che obbliga a pubblicare nei siti istituzionali gli stipendi dei dirigenti della pubblica amministrazione, e dall’altra si consente agli stessi dirigenti di non dichiarare i nominativi delle persone che ricevono fondi pubblici”.
“È bene ricordare che diversi magistrati si sono pronunciati contro questa involuzione della legge sulla trasparenza. E sulla scia di queste sentenze – promette Di Meglio – la Gilda si impegna a battersi affinché ovunque, compresa la scuola, sia garantita la piena trasparenza nell’utilizzo del denaro pubblico”.
Roma, 21 aprile 2021
UFFICIO STAMPA GILDA INSEGNANTI

segreterzzaDi Meglio commenta la nota ministeriale secondo cui le scuole sono tenute a fornire soltanto dati numerici o aggregati sui compensi per le attività realizzate con il Fis

“In barba al principio di trasparenza, in Italia la pubblica amministrazione diventa sempre più opaca”.

Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta la nota ministeriale firmata ieri dal capo di dipartimento, Stefano Versari, che, in seguito al parere fornito dal Garante per la protezione dei dati personali, stabilisce che le scuole non devono fornire ai sindacati i nominativi e i compensi dei docenti impegnati nelle attività realizzate con il fondo di istituto.

Secondo le disposizioni di viale Trastevere, dunque, i dirigenti scolastici sono tenuti a fornire soltanto dati numerici o aggregati relativi al personale che ha percepito compensi attinti dal Fis. 
“Nel 1990, grazie alla legge 241 del 7 agosto, – afferma Di Meglio – l’Italia fece un grande passo avanti sul fronte della trasparenza e dell’accesso agli atti amministrativi, stabilendo il principio per cui tutti i fondi erogati dalla pubblica amministrazione devono essere resi noti.

Nel corso degli anni, la grande resistenza degli apparati burocratici ha teso sempre a vanificare gli effetti di questa legge.

L’ultimo tra gli interventi in tal senso porta la firma del Garante della privacy, un’autorità amministrativa che decide di far prevalere il diritto alla privacy su quello alla trasparenza.

E così, paradossalmente, da una parte c’è una legge che obbliga a pubblicare nei siti istituzionali gli stipendi dei dirigenti della pubblica amministrazione, e dall’altra si consente agli stessi dirigenti di non dichiarare i nominativi delle persone che ricevono fondi pubblici”. 
“È bene ricordare che diversi magistrati si sono pronunciati contro questa involuzione della legge sulla trasparenza.

E sulla scia di queste sentenze – promette Di Meglio – la Gilda si impegna a battersi affinché ovunque, compresa la scuola, sia garantita la piena trasparenza nell’utilizzo del denaro pubblico”.

Roma, 21 aprile 2021

UFFICIO STAMPA GILDA INSEGNANTI


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Concorso nazionale Educazione civica e competenze di cittadinanza – EIP Italia Scuola Strumento di Pace – a.s.2020-2021

lla luce della riflessione sulla nostra Costituzione e sulle principali Carte internazionali dei Diritti, pilastri della speranza di costruire una societa pacifica e democratica, senza conflitti sanguinosi, fondata sul rispetto degli uomini e la tutela del nostro ambiente naturale e culturale, le scuole possono presentare le proprie proposte e buone pratiche di Educazione civica nelle diverse Sezioni del Concorso. I lavori saranno valutati da una giuria composta dai membri del Comitato paritetico E.I.P – MI in attuazione del Protocollo d Intesa triennale.Documenti Allegati

  • Bando Concorso Ed Civica cost Definitivo..doc

https://www.studenti.it/maturita-2021-chiarimenti-educazione-civica.html


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Docente licenziata 14 volte, ottiene giustizia dal Tribunale di Treviso

Una docente supplente di una scuola primaria della provincia di Treviso, con un contratto a tempo determinato fino al 30 giugno 2019 in regime di part time al 50%, è stata pagata a cottimo, fuori da ogni norma contrattuale. La docente difesa dalla Gilda Insegnanti di Treviso era stata costretta a rivolgersi al giudice del […]

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Per la riapertura delle scuole servono misure adeguate di accompagnamento a tutela della sicurezza e della salute

Per la riapertura delle scuole servono misure adeguate di accompagnamento a tutela della sicurezza e della salute

 

La decisione di tornare a lavorare in presenza, a partire dal 26 aprile, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, pur essendo un obiettivo condiviso, è stata assunta – come comunicato dal Presidente del Consiglio Draghi nella sua conferenza stampa di ieri – basandosi su un calcolo di “rischio ragionato” che non basta a dare tranquillità e garanzie al personale e agli alunni, le cui condizioni relativamente al distanziamento sono rimaste immutate, nonostante le varianti del virus.
Allora la domanda da porsi è: “Quali misure di sicurezza in più sono state nel frattempo approntate visto che in tutte zone di rischio, comprese arancione e gialla, debbono permanere tutte le precauzioni anticovid per scongiurare la diffusione del contagio?”
È dunque necessario – ed è bene che le autorità preposte, tutte, riflettano attentamente sul da farsi – che in questi giorni che ci separano dalla effettiva generale apertura del 26 aprile vengano messi in atto provvedimenti adeguati. E ciò perché la pandemia non ha cessato di manifestare i suoi effetti dannosi per la salute e la vita delle persone.
Occorre a tal fine anzitutto aggiornare i protocolli di sicurezza, peraltro mai puntualmente applicati, che sono fermi all’estate del 2020; poi occorre attivare un’efficace azione di tracciamento, potenziare i trasporti (che sono il luogo dove le persone che frequentano la scuola corrono i rischi maggiori di contagio) e, soprattutto, occorre consentire che le scuole – supportate dagli uffici scolastici regionali, e non più costrette a seguire le discutibili decisioni delle Regioni, fin qui dimostratesi ampiamente non all’altezza – possano auto organizzarsi circa gli orari di ingresso e di uscita, la durata delle lezioni  e quant’altro occorra per garantire il lavoro e le lezioni in sicurezza.
E infine è indispensabile, non appena esaurite le attuali priorità vaccinali stabilite dal Governo, riprendere subito e portare rapidamente a termine la vaccinazione del personale scolastico.
Roma, 17 aprile 2021

La decisione di tornare a lavorare in presenza, a partire dal 26 aprile, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, pur essendo un obiettivo condiviso, è stata assunta – come comunicato dal Presidente del Consiglio Draghi nella sua conferenza stampa di ieri – basandosi su un calcolo di “rischio ragionato” che non basta a dare tranquillità e garanzie al personale e agli alunni, le cui condizioni relativamente al distanziamento sono rimaste immutate, nonostante le varianti del virus. 

Allora la domanda da porsi è: “Quali misure di sicurezza in più sono state nel frattempo approntate visto che in tutte zone di rischio, comprese arancione e gialla, debbono permanere tutte le precauzioni anticovid per scongiurare la diffusione del contagio?

”È dunque necessario – ed è bene che le autorità preposte, tutte, riflettano attentamente sul da farsi – che in questi giorni che ci separano dalla effettiva generale apertura del 26 aprile vengano messi in atto provvedimenti adeguati. E ciò perché la pandemia non ha cessato di manifestare i suoi effetti dannosi per la salute e la vita delle persone.

Occorre a tal fine anzitutto aggiornare i protocolli di sicurezza, peraltro mai puntualmente applicati, che sono fermi all’estate del 2020; poi occorre attivare un’efficace azione di tracciamento, potenziare i trasporti (che sono il luogo dove le persone che frequentano la scuola corrono i rischi maggiori di contagio) e, soprattutto, occorre consentire che le scuole – supportate dagli uffici scolastici regionali, e non più costrette a seguire le discutibili decisioni delle Regioni, fin qui dimostratesi ampiamente non all’altezza – possano auto organizzarsi circa gli orari di ingresso e di uscita, la durata delle lezioni  e quant’altro occorra per garantire il lavoro e le lezioni in sicurezza.

E infine è indispensabile, non appena esaurite le attuali priorità vaccinali stabilite dal Governo, riprendere subito e portare rapidamente a termine la vaccinazione del personale scolastico.

 

Roma, 17 aprile 2021

 

 

FLC CGIL     
CISL Scuola     UIL Scuola Rua     SNALS Confsal     GILDA Unams
Francesco Sinopoli     Maddalena Gissi     Giuseppe Turi     Elvira Serafini     Rino Di Meglio

 


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